L’intelligenza artificiale sta trasformando la nostra capacità di pensare?

    Un recente studio, condotto da Giuseppe Riva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato su Nature Human Behaviour, introduce il concetto di “Sistema 0”

    una nuova modalità di pensiero che si sviluppa dall’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale. Il Sistema 0 si aggiunge alle modalità cognitive già note, come il Sistema 1 (intuitivo e rapido) e il Sistema 2 (analitico e riflessivo), proposte dallo psicologo Daniel Kahneman. A differenza di queste, il Sistema 0 si avvale di una sorta di “pensiero esterno”, in cui l’AI svolge un ruolo di supporto continuo alla cognizione umana, operando al di fuori della nostra mente ma influenzando attivamente il nostro processo decisionale​

    Come funziona il Sistema 0?

    Il Sistema 0 rappresenta una forma di outsourcing cognitivo, in cui l’intelligenza artificiale gestisce operazioni complesse come l’analisi di grandi quantità di dati, le previsioni e le elaborazioni ad alta velocità, permettendo all’essere umano di estendere le proprie capacità. In scenari che richiedono la gestione di dati massicci, come la ricerca scientifica o la risoluzione di problematiche sociali, l’AI può offrire supporto decisionale, aumentando l’efficienza e l’accuratezza del pensiero umano.

    Sfide e rischi

    Gli autori dello studio evidenziano però dei rischi potenziali nell’adozione eccessiva del Sistema 0. Uno di questi è la possibilità di un eccessivo affidamento sull’AI, che potrebbe ridurre la capacità umana di pensiero autonomo e critico. Con la crescente dipendenza dalle risposte fornite dall’AI, c’è il rischio che gli individui smettano di mettere in discussione i risultati ottenuti, delegando completamente i processi decisionali e perdendo così la capacità di introspezione e analisi autonoma​.

    Il futuro del Sistema 0

     “Il Sistema 0 non potrà mai sostituirsi alla nostra capacità di pensiero critico, ma solo aiutarla“, scrive il gruppo di ricerca, del quale fanno parte anche Massimo Chiriatti del gruppo Infrastructure Solutions Group di Lenovo, Marianna Ganapini del dipartimento di Filosofia dello Union College a New York, Enrico Panai della Facoltà di Lingue straniere e linguaggio della scienza dell’Università Cattolica di Milano.

    Per integrare il Sistema 0 in modo efficace, lo studio suggerisce che occorrono linee guida etiche e una maggiore alfabetizzazione digitale, così da permettere un’interazione più critica e consapevole con l’AI. In questo modo, il Sistema 0 potrà potenziare le capacità cognitive umane senza sostituirle, offrendo nuove opportunità in ambiti che spaziano dalla scienza alla gestione aziendale, senza compromettere l’indipendenza cognitiva degli individui.

    Il Sistema 0 rappresenta quindi un terreno fertile di esplorazione per comprendere come l’AI possa coadiuvare, ma anche potenzialmente modificare, le capacità cognitive umane.