
Dobbiamo temere la “creatività” di ChatGPT?
Tutti ne parlano e parlano con lui, ma forse sarebbe meglio dire con esso. C’è chi lo consulta come un oracolo, chi lo considera una minaccia.
Chi lo sfida, chi lo studia chi lo definisce una rivoluzione.
Cos’è Chat GPT?
Chat GPT è un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI che utilizza l’intelligenza artificiale per comprendere e produrre il linguaggio naturale. Si basa su sofisticati algoritmi di apprendimento che gli permettono di generare risposte agli input degli utenti. Il software è stato sviluppato utilizzando la tecnologia di intelligenza artificiale nota come “Modelli di Linguaggio Trasformativi” (Transformative Language Models). Questi modelli utilizzano le tecniche di machine learning per analizzare grandi quantità di testo e imparare a fare previsioni sulla base di questo. Inoltre, è stata utilizzata anche la tecnologia NLP (natural language processing) per analizzare, comprendere e produrre il linguaggio naturale utilizzato dall’essere umano.
La nostra esperienza con ChatGPT
Naturalmente anche noi abbiamo “chattatato” con l’Assistant, più celebre del momento: lo abbiamo intervistato, interrogato in storia, geografica, fisica e matematica, abbiamo messo alla prova la sua creatività chiedendo di comporre canzoni e poesie, gli abbiamo chiesto di scrivere post per i social. Lo abbiamo anche preso in giro, tendendo dei tranelli. Scrive discretamente bene, le risposte sono più accurate se le domande sono poste in inglese, se sbaglia si corregge, un pò impreciso su temi calcistici. ChatGPT non è infallibile, ma non è questo il punto. Lo stesso co-fondatore e amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, parlando della loro creatura ha dichiarato: “ChatGPT è incredibilmente limitato, ma abbastanza bravo in alcune cose da creare un’impressione ingannevole di grandezza. È un errore fare affidamento su di esso per qualcosa di importante in questo momento. È un’anteprima del progresso; dobbiamo ancora lavorare molto sulla robustezza e sulla veridicità“.
Chat GPT è questo: progresso, una grande opportunità da saper cogliere, gestire e che può trasformare, il lavoro e le esperienze di apprendimento.
Chat GPT può sostituire il lavoro umano?
ChatGPT non ha solo fan. Per il più grande linguista vivente Noem Chomsky “il suo unico risultato è consumare molta energia della California”. La nostra contemporaneità è scandita dalla rapida introduzione di innovazioni digitali, e ogni rivoluzione tecnologica porta con sé sempre gli stessi timori, realtà e sistemi ibridi uomo-macchina che possano vivere in modo autonomo, o sovrastare l’essere umano. Con il lancio di ChatGPT il dibattito ha ripreso vigore, perché a essere coinvolti ci sono anche i lavoratori della conoscenza, come analizza il premio Nobel Paul Paul Krugman nella sua rubrica sul New York Times. Altri si interrogano se il software possa non essere utilizzato nel modo corretto dagli studenti: le scuole dello Stato di New York in questi giorni ne hanno bloccato l’accesso per “impatti negativi sull’apprendimento degli studenti e preoccupazioni riguardanti la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti”. Noi il quesito lo abbiamo rivolto direttamente all’Assistant.
La risposta non stupisce, è quella che ci aspettavamo, sempre sul registro del politically correct. Il fulcro del tema per noi sta in quel “capacità e competenze uniche”. La conoscenza umana non è un’insieme di dati e di informazioni, ma si fonda e si evolve sulle esperienze, sui sentimenti, sul sentire unico, perché unica è l’esperienza di ogni essere umano. È questo che genera valore.
L’IA è un pericolo?
La tecnologia non è buona o cattiva. L’intelligenza artificiale, che già di per sé è un ossimoro, rappresenta un nuovo paradigma, una nuova forma di agire. Viviamo nell’infosfera, espressione coniata dal filosofo Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed etica dell’informazione presso l’Oxford Internet Institute, “in cui reale e virtuale sono due facce inscindibili della stessa realtà con tutte le conseguenze che sul piano epistemologico ed esistenziale questo comporta”. In questa dimensione c’è bisogno dell’intelligenza umana e dell’etica. Sta a noi quindi sfruttare appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Il mondo del lavoro cambierà? È già cambiato.
La sfida reale è adeguare velocemente le competenze al pari della velocità dei progressi e cambiamenti tecnologici. La sfida è garantire a tutti il diritto di accesso a tali opportunità. OpenAi ha fornito il servizio gratuitamente e non sappiamo nel medio e lungo termine cosa possa accadere, ma se la strada intrapresa dovesse essere quella testata in queste settimane, è ragionevole dire che una nuova era è iniziata.
Cosa può fare Chat GPT?
Come già avvenuto con l’introduzione dei robot in fabbrica, a essere sostituite con ChatGPT saranno le mansioni ripetitive e automatizzate alcune attività. Molte aziende stanno già integrando la tecnologia ai propri sistemi per renderli più efficienti e sempre più customer centricity.
Vediamo alcuni esempi:
- Generazione contenuti per siti web, social e app.
- Assistenza nella traduzione e revisione testi.
- Supporto alla vendita e al post vendita per rispondere a domande dei clienti e a fornire informazioni sui prodotti o servizi dell’azienda, aiutando a risolvere eventuali problemi.
- Customer engagement per coinvolgere i clienti.
I fratelli e le sorelle di ChatGPT
ChatGPT non è l’unico strumento di intelligenza artificiale che può essere utilizzato in modo semplice per aumentare e velocizzare la produttività aziendale. Futurepedia, raccoglie una vasta scelta di tool di IA per scrivere contenuti (Copy.ai, Notion.so/ai per creare newsletter, Tome.app per generare presentazioni), produrre immagini (Openai.com/dall-e-2/ , Midjourney.com), editor video ( Runwayml.com, Waymark.com).
C’è solo l’imbarazzo della scelta, voi siete pronti? Noi sì!