
European Digital Identity Wallet: cos’è e come funziona
Continua ad aumentare il numero di cittadini che utilizzano l’identità digitale per accedere ai servizi online pubblici e privati.
Secondo gli ultimi dati forniti dal Dipartimento per la Trasformazione digitale nel 2022 sono stati attivate oltre 6 milioni di identità SPID e rilasciate più di 7 milioni di carte di identità elettronica. Nell’anno appena trascorso gli accessi tramite SPID sono stati oltre 1 miliardo, mentre le autenticazioni con CIE hanno raggiunto quota 21 milioni.
Altri numeri
App IO dei servizi pubblici: a fine 2022 i cittadini la hanno scaricata oltre 32 milioni di volte, con una media di utenti mensili di oltre 6,5 milioni. Accelera, inoltre, il ricorso ai pagamenti elettronici attraverso la piattaforma pagoPA: nel 2022 sono state eseguite circa 332 milioni di transazioni, con un controvalore economico pari ad oltre 61 miliardi di euro.
Numeri importanti alla luce del lavoro che le istituzioni europee stanno portando avanti per la creazione del nuovo sistema di identità digitale comunitaria, l’European Digital Identity (EUDI) Wallet e al dibattito che ha preso vigore in queste ultime settimane sulla necessità o meno di convergere verso un unico sistema di identità digitale che porti all’eliminazione di SPID.
Cos’è l’identità digitale europea?
In Europa si lavora per creare un quadro relativo a un’identità digitale europea che sarà disponibile per tutti i cittadini, i residenti e le imprese dell’UE. Il 3 giugno 2021 la Commissione Europea ha proposto la modifica al regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) – Regolamento UE n° 910/2014 in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno) che ha l’obiettivo di istituire un quadro di riferimento per un’identità digitale europea . Questa novità sarebbe attuabile grazie allo sviluppo del portafoglio europeo di identità digitale. Il wallet europeo permetterà all’utente di conservare dati di identificazione, certificazioni, documenti associati alla sua identità,.
L’identità digitale europea consentirà di autentificarsi certificando determinate informazioni personali. Potrà essere utilizzata per i servizi pubblici e privati sia online che offline in tutta l’UE.
I cittadini potranno dimostrare la propria identità e condividere documenti elettronici dai loro portafogli europei di identità digitale attraverso un’app. Con un semplice click sul proprio telefono potranno scegliere quali aspetti relativi all’identità, ai dati e ai certificati condividere con terzi e di tenere traccia di tale condivisione.
L’identità digitale europea potrà essere utilizzata per usufruire di servizi pubblici, come richiedere un certificato di nascita o certificati medici oppure segnalare un cambio di indirizzo, aprire un conto in banca, iscriversi a un’università, nel proprio paese o in un altro Stato membro, dimostrare la propria età, noleggiare un’automobile usando una patente di guida digitale.
Il wallet consentirà di raccogliere in modo semplice, armonico e sicuro. La sicurezza è naturalmente uno degli aspetti più delicati di tutto il sistema.
Il Consiglio europeo ha adottato lo scorso dicembre la sua posizione comune (“orientamento generale”) sulla proposta legislativa relativa al quadro per un’identità digitale europea (e-ID). Secondo quanto deciso dal Consiglio il portafoglio dovrà essere emesso nell’ambito di un sistema di identificazione elettronica che soddisfi i requisiti del livello di garanzia “elevato”. Per intenderci il livello di garanzia che ha la CIE, mentre SPID rientra nelle identità digitali di livello “significativo” ovvero non prevede la presenza fisica dell’utente al momento della richiesta.
Cosa succede con SPID?
I due sistemi potranno essere integrati. Per rispondere alle preoccupazioni degli Stati membri in cui è già stato emesso un numero significativo di mezzi nazionali di identificazione elettronica con livello di garanzia “significativo” è stata aggiunta infatti una specifica disposizione sulle procedure di onboarding degli utenti per consentire all’utente di utilizzare i propri mezzi nazionali di identificazione elettronica in combinazione con ulteriori procedure di onboarding a distanza al fine di rendere possibile il controllo dell’identità a un livello di garanzia “elevato” e, in definitiva, ottenere un portafoglio.
Prossimi passi
Il Consiglio adesso dovrà avviare negoziati con il Parlamento europeo (“triloghi”) una volta che quest’ultimo avrà adottato la propria posizione al fine di raggiungere un accordo sulla proposta di regolamento. Il lancio del servizio si stimi arrivi nel 2024, ma è fondamentale che affinché si possa parlare di un vero e proprio cambio di paradigma, il wallet europeo non sia un mero contenitore, ma raggiunga l’interoperabilità, sinergie tra servizi digitali in Stati diversi.